Il termine “resilienza” proviene dalla metallurgia: un metallo resiliente è il contrario di un metallo fragile: resiste agli urti senza spezzarsi.
Pare che “resilienza” derivi dal latino “resalio”, il risalire sulla barca capovolta dalle onde.
In campo psicologico, la resilienza indica la capacità di resistere alle avversità, di riprendersi e ripartire, fiduciosi nelle proprie risorse e nella possibilità futura del miglioramento.
Resilienza è sinonimo di saper andare avanti senza arrendersi, nonostante le difficoltà. Cadere e rialzarsi, come tante volte ha fatto Ulisse nell’Odissea.
Si tratta della capacità di concentrare e indirizzare le proprie energie mentali per perseguire obiettivi sfidanti senza perdersi d’animo, ma anche senza illudersi attorno a mete irraggiungibili.
La resilienza può esserci di grande sostegno sia nel lavoro, sia in famiglia.
Le persone resilienti si distinguono soprattutto per il tipo di pensiero col quale interpretano le circostanze avverse. Conoscere le caratteristiche di tale modalità di lettura delle avversità è il primo passo per diventare psicologicamente più resilienti e quindi delle persone “solide”, che “non si arrendono mai”, sulle quali si può davvero contare, specie nei momenti difficili.
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